sabato 30 aprile 2016

| Give Me a Break, Let's Have A Cup Of Coffee! |

" Let’s Have a Cup of Coffee! Coffee and Coping Communities at Work"

"Give Me a Better Break: Choosing Workday Break Activities to Maximize Resource Recovery"

 
Questi sono i due articoli presi in esame e messi a confronto.
Il primo è uno studio fatto all' Università di Copenhagen, pubblicato sulla rivista Symbolic Interaction. 
Il secondo è uno studio effettuato da Emily Hunter, Ph.D., e Cindy Wu, Ph.D, entrambe professoresse associate di management alla Hankamer School of Business della Baylor University, pubblicato poi sul Journal of Applied Psychology.
Entrambi gli studi mettono a punto l’identikit della ‘pausa caffè’ dove per "pausa" si intende “ogni intervallo di tempo, formale o informale, durante la giornata lavorativa, in cui le principali mansioni lavorative non vengono richieste né previste”.
Ambedue gli studi giungono ad una stessa conclusione: la pausa caffè è  in grado di infondere nuovo vigore fisico e mentale, migliorando lo stato psicofisico del lavoratore, nonché la sua performance professionale.
Insomma, la pausa caffè, o coffee break, fa bene.
La ricerca è danese e ha evidenziato come riunirsi in gruppetti di colleghi davanti al bar oppure alle macchinette distributrici aiuta a distrarsi, parlando magari di problemi o scambiando consigli ed opinioni che riguardano l’attività da svolgere al lavoro. Spesso molti si intrattengono anche a spettegolare su alcune cose buffe accadute in ufficio, ma molti vivono quel momento anche come uno sfogo su un rimprovero ricevuto dal proprio capo, oppure sulla mancanza di educazione di un collega. La pausa caffè a lavoro non deve essere considerato un ‘rifiuto’ di produrre, al contrario aiuterebbe a vivere in maniera serena la giornata lavorativa, con risultati migliori. “Spezzare” infatti  faciliterebbe la concentrazione del lavoratore, facendolo di conseguenza rendere meglio nell’esercizio delle sue funzioni. 
Il secondo studio invece, parte già dal presupposto che la Pausa Caffè faccia bene e si concentra sulla ricerca della "pausa caffè perfetta".
Le ricercatrici hanno studiato le risposte di 95 volontari di età compresa tra i 22 e i 67 anni, impiegati cinque giorni a settimana, analizzando un totale di 959 questionari effettuati dai partecipanti (l’analisi ha compreso in media circa 2 break per ciascun volontario).

I risultati sfatano alcune credenze diffuse, spiegano le ricercatrici: “Quello che abbiamo scoperto è che la ‘migliore pausa’ durante la giornata lavorativa non è associata a molti elementi che ritenevamo fossero presenti”.
Gli elementi chiave della pausa migliore possibile sono questi:

1. Il momento più adatto per la pausa è a metà mattina
2. Il break migliore include le attività preferite dal lavoratore
3. Questo break incrementa la salute e la soddisfazione del proprio lavoro
4. Una pausa prolungata è piacevole, ma pause brevi e ripetute comportano benefici maggiori

Commentando i risultati, le ricercatrici illustrano l’importanza di effettuare una pausa durante la mattinata. Le ricercatrici notano che questo non sempre avviene, dato che spesso l’individuo lavora fino all’ora di pranzo ed effettua più frequentemente una pausa nel pomeriggio: al contrario, un break mattutino è in grado di fornire più risorse, ricaricando il lavoratore di energia, motivazione e concentrazione.
Solitamente, inoltre, si pensa che il break ideale debba includere attività che non hanno alcun collegamento con il lavoro che si sta svolgendo, spiega Hunter, tuttavia non c’è un’evidenza scientifica di questo assunto. Secondo i risultati dello studio, durante la pausa è importante fare qualcosa che ci piace – un’azione non assegnata o richiesta – includendo attività che rientrano tra le nostre preferite.  Queste attività “possono rendere la vostra pausa molto più riposante, e forniscono un migliore recupero e aiuta a rimettersi a lavorare con più energia”. a lavorare più forte”,  illustra Hunter.

Inoltre, il break con queste caratteristiche ideali (durante la mattina, con attività gradite dal lavoratore) può comportare dei benefici per la salute dell’individuo, incluso un miglioramento del mal di testa, una riduzione dell’affaticamento degli occhi e del mal di schiena. I benefici riferiti dai partecipanti allo studio comprendono anche una maggiore soddisfazione sul lavoro, nonché una diminuzione dei casi di esaurimento psicofisico (burnout).

Riguardo alla durata della pausa, lo studio non ha individuato l’intervallo temporale ideale, tuttavia ha mostrato come un numero maggiore di pause di breve durata possa essere associato ad una migliore ricarica energetica per il lavoratore, spiegano le ricercatrici, suggerendo l’opportunità di effettuare pause brevi e ripetute durante l’intera giornata lavorativa.
“A differenza del vostro cellulare, che in base all’opinione diffusa dovrebbe essere completamente scarico prima di essere ricaricato fino al 100%, le persone hanno bisogno di ‘ricaricarsi’ in maniera più frequente durante il giorno”, prosegue Hunter.

Hunter, Emily M.; Wu, Cindy Give Me a Better Break: Choosing Workday Break Activities to Maximize Resource Recovery, Journal of Applied Psychology, Aug 10 - http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=31083
Pernille S. Stroebaek, Let’s Have a Cup of Coffee! Coffee and Coping Communities at Work
Symbolic Interaction Volume 36, Issue 4, pages 381–397, November 2013 -  www.manageronline.it



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